Chi riceve un'idea da me, ricava conoscenza senza diminuire la mia; come chi accende la sua candela con la mia riceve luce senza lasciarmi al buio.

La rivoluzione necessaria

What country can preserve it's liberties if their rulers are not warned from time to time that their people preserve the spirit of resistance? Let them take arms. The remedy is to set them right as to facts, pardon & pacify them. What signify a few lives lost in a century or two? The tree of liberty must be refreshed from time to time with the blood of patriots & tyrants. It is it's natural manure.

Thomas Jefferson.

venerdì 25 maggio 2007

LA RICETTA DEL MESE

Ingredienti
Leggere conteporaneamente due libri: Gomorra e La Casta.

Contenuto di La Casta:
Aerei di Stato che volano 37 ore al giorno, pronti al decollo per portare Sua Eccellenza anche a una festa a Parigi. Palazzi parlamentari presi in affitto a peso d'oro da scuderie di cavalli. Finanziamenti pubblici quadruplicati rispetto a quando furono aboliti dal referendum. "Rimborsi" elettorali 180 volte più alti delle spese sostenute. Organici di presidenza nelle regioni più "virtuose" moltiplicati per tredici volte in venti anni. Spese di rappresentanza dei governatori fino a dodici volte più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco. Province che continuano ad aumentare nonostante da decenni siano considerate inutili. Indennità impazzite al punto che il sindaco di un paese aostano di 91 abitanti può guadagnare quanto il collega di una città di 249mila. Candidati "trombati" consolati con 5 buste paga. Presidenti di circoscrizione con l'autoblu. La denuncia di come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa e ingorda, sia diventata una oligarchia insaziabile e abbia allagato l'intera società italiana. Storie stupefacenti, numeri da bancarotta, aneddoti spassosi nel reportage di due grandi giornalisti. Un dossier impressionante, ricchissimo di notizie inedite e ustionanti. Che dovrebbe spingere la classe dirigente a dire: basta.

Contenuto di Gomorra:
Questo incredibile, sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, si riversano fuori dai giganteschi container per invadere palazzi appositamente svuotati di tutto, come creature sventrate, private delle viscere. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere ma testimoniano utopie farneticanti, pulsioni messianiche, millenarismi oscuri. Questa è oggi la camorra, anzi, il "Sistema", visto che la parola "camorra" nessuno la usa più: da un lato un'organizzazione affaristica con ramificazioni impressionanti su tutto il pianeta e una zona grigia sempre più estesa in cui diventa arduo distinguere quanta ricchezza è prodotta direttamente dal sangue e quanta da semplici operazioni finanziarie. Dall'altro lato un fenomeno criminale profondamente influenzato dalla spettacolarizzazione mediatica, per cui i boss si ispirano negli abiti e nelle movenze a divi del cinema e a creature dell'immaginario, dai gangster di Tarantino alle sinistre apparizioni de "Il corvo" con Brandon Lee. Figure come Gennarino McKay, Sandokan Schiavone, Cicciotto di Mezzanotte, Ciruzzo 'o Milionario, se non avessero provocato decine di morti ammazzati potrebbero sembrare in tutto e per tutto personaggi inventati da uno sceneggiatore con troppa fantasia. In questo libro avvincente e scrupolosamente documentato Roberto Saviano ha ricostruito sia le spericolate logiche economico-finanziarie ed espansionistiche dei clan del napoletano e del casertano, da Secondigliano a Casal di Principe, sia le fantasie infiammate che alle logiche imprenditoriali coniugano il fatalismo mortuario dei samurai del medioevo giapponese. Ne viene fuori un libro anomalo e potente, appassionato e brutale, al tempo stesso oggettivo e visionario, di indagine e di letteratura, pieno di orrori come di fascino inquietante, un libro il cui giovanissimo autore, nato e cresciuto nelle terre della più efferata camorra, è sempre coinvolto in prima persona. Sono pagine che afferrano il lettore alla gola e lo trascinano in un abisso dove davvero nessuna immaginazione è in grado di arrivare.

PREPARAZIONE E COTTURA:
Salviamo Pasquale e andiamo con la ghigliottina in Piazza del Popolo

DANZA LENTA

Hai mai guardato i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della
pioggia quando cade a terra?

O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla?
O osservato il sole allo svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici "Come stai?" ascolti la risposta?

Quando la giornata è finita ti stendi
sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Hai mai detto a tuo figlio,"lo faremo domani?" senza notare nella fretta, il suo dispiacere?

Mai perso il contatto, con una buona amicizia che poi finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire "Ciao"?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Quando corri cosi veloce per giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci.

Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, come un regalo mai aperto . . .
gettato via.

La vita non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.

giovedì 8 marzo 2007


PORTALE ITALIA.IT

Le mie PALLE sono salve.

riporto l'articolo TTG Itali 01 marzo 2007
La lunga attesa è terminata. Dopo una serie di rinvii il portale italia.it arriva finalmente in rete. "Abbiamo stravolto la filosofia del progetto originario" ha spiegato il ministro dell'innovazione Luigi Nicolais per motivare i ritardi, mentre il vicepremier Pinocchio Francesco Rutelli ha parlato di "un sito altamente tecnologico che deve essere riempito e quindi aperto a suggerimenti e novità". A questa seconda fase contribuiranno le Regioni che hanno a disposizione 21 milioni di Euro (40.661.670
000 di lire) sui 45 milioni di Euro stanziati (87.132.150.000 delle vecchie care lire) in totale dal Governo per il progetto.
Fine Articolo

La versione attuale è stata messa in rete di fretta e furia e gli errori e le omissioni sono davvero tante. Appena avrò un po' di tempo vi darò ulteriori dettagli.


Il ministro Nicolais ha detto: "Ci diamo un anno perchè questo sito sia completo e presente su tutti imotori di ricerca del mondo".

martedì 23 gennaio 2007

Le Ultime mosse di Italia.it

Il portale Italia.it è una presa in giro. Il sig. Rutelli ha dato appuntamento allla prossima BIT di Milano per la presentazione del nuovo portale: BALLE!!! Si mi gioco le mie PALLE che non sarà così.

L'assessore al Turismo della Regione Liguria, la Signora Margherita Bozzano, ora referente del Portale dice: "dobbiamo recuperare il tempo perduto, i finanziamenti ci sono e il DIT (Dipartimento Innovazione Tecnologica)è impegnato in questa direzione." Fino ad ora sono stati stanziati 31 milioni di EURO.

Pensate che l'obiettivo è quello di inserire tutti i contenuti (saranno le singole Regioni a farlo - provate a chiamarne una e chiedere della redazione portale Italia.it) e dare la possibilità al singolo visitatore di prenotare online. PRENOTARE ONLINE??!!?? CHE COSA??? Che fine faranno quelli come me che da anni e con pochi Euro si sono attrezzati e hanno il sistema di booking online?

31 MILIONI DI EURO PER UN PORTALE

60.024.370.000 DELLE VECCHIE LIRE PER QUALCOSA CHE A NOI NON SERVE AFFATTO.

sabato 6 gennaio 2007


Sulla felicità



Il capitalismo può rendere una società ricca e mantenerla libera. Ma non pretendete che ci faccia anche felici, scrive l'Economist.

Dal 2000 l'economia mondiale è cresciuta annualmente del 3,2 per cento: di questo passo il decennio che stiamo vivendo sarà di gran lunga il più ricco di sempre, superando il boom mitico degli anni cinquanta e sessanta. Il capitalismo di mercato, motore di gran parte dell'economia mondiale, sembra proprio che stia facendo bene il suo lavoro.

Ma un buon numero di economisti e politici, in cerca di grandi problemi da risolvere, ritiene che la crescita dovrebbe portare qualcos'altro oltre alla ricchezza: dovrebbe rendere felici le persone. È da quest'idea di benessere che nasce il concetto di qualità della vita, così popolare tra gli esperti di economia europei.

La scienza della felicità, un misto tra psicologia ed economia, propone realtà che sorprendono poco, come per esempio il fatto che i ricchi dichiarino di essere più felici dei poveri. E altre che invece stupiscono: i paesi in crescita economica non registrano un aumento del tasso di felicità dei cittadini diventati più ricchi. Dagli Stati Uniti al Giappone la situazione è questa.

Chi si occupa di felicità offre due possibili spiegazioni per questo paradosso: il capitalismo ha tra i suoi effetti quello di trasformare i beni di lusso in bisogni primari, diffondendo tra le masse prodotti prima riservati alle sole elite. Il brutto è che, nel tempo, i consumatori si convincono di non potere fare a meno di oggetti che prima consideravano irraggiungibili.

Man mano che il tenore di vita aumenta ci si abitua, e si desidera di più. Ci sono dei lussi tali solo se si è in pochi a goderne e che perdono quindi il loro status nel momento in cui diventano comuni.

C'è poi la questione del lavoro, o meglio del tempo speso lavorando. Nel 1930 John Maynard Keynes immaginava che le società più ricche sarebbero diventate più dedite al tempo libero, meno impegnate nel lavoro. Non è stato così. Molte persone lavorano sempre di più per ottenere sempre di più e il loro orizzonte si sposta continuamente in avanti. Aspirano a posizioni sociali più alte e si danno da fare per raggiungerle innescando in questo modo una sorta di corsa con gli altri.

È un gioco in cui nessuno sembra essere vincente anche se, sostiene la scienza della felicità, bisogna tenere in considerazione chi ama il lavoro e lo ritiene una fonte di benessere.

Dunque la crescita economica non sembra essere garanzia di felicità, ma certo difficilmente la stagnazione assicurerebbe benessere emotivo. Mettiamola così: il capitalismo può migliorare la nostra vita, spogliarla di molti problemi. Può renderci più liberi, regalarci più tempo per essere tanto infelici quanto scegliamo di essere. Chiedergli altro sarebbe troppo.

sabato 16 dicembre 2006


420.000

Provate a pensare per un solo momento ad un'azienda di 420.000 (quattrocentoventimila) persone impegnate a lavorare a tempo pieno, il secondo gruppo professionale del Paese (il primo ve lo svelerò dopo), pensate che non sono assunte per concorso ma per "chiamata", pensate poi che l'azienda in questione non eroga dividendi ormai da tantissimo tempo, in pratica lavora in perdita, pensate poi, per finire, che i costi del personale arrivano a raggiungere cifre astronomiche (4.000.000.000 d’Euro vi sfido a leggerlo al primo colpo), ebbene se non avete ancora capito, ma ne dubito, queste sono cifre che raccontano in modo drammatico e grottesco, della situazione politica del nostro Paese! Il costo della nostra Democrazia arriva a queste vette astronomiche, abbiamo a busta paga circa 150.000 eletti dal popolo ( sovrano?) che li stipendia, compresi trecentomila (!) portaborse. A questi costi poi vanno aggiunti: consulenze, incarichi, di dimensioni abnormi che contribuiscono non poco ad incrementare il volume dei costi di gestione. E' inevitabile non pensare ad un girotondo delle competenze, ad un "clientelismo" dettato dal nulla cambi, che assicuri ai figli "Predi(e)letti" della Patria un occhio di riguardo a scapito della tanto celebrata meritocrazia, e delle persone che li hanno eletti. Non amo giocare con gli slogan “Piove governo ladro, Col fascio i treni arrivavano in orario”, ecc, ma in un contesto di forte stagnazione economica come quella che stiamo vivendo, una politica di contenimento dei costi sarebbe sicuramente accolta con molto favore dal popolo (bue!).
Quello che balza agli occhi, e che forse ci fa più incazzare, ma si lasciatemelo dire, e che ormai si è arrivati a creare una roccaforte di Potere, che inevitabilmente, si circonda di un fossato inespugnabile con tanto di ponte levatoio e bastioni, o sei dentro o sei fuori.
E si arriva alla farsa: con noi, cittadini datori di lavoro, che fatichiamo ad arrivare alla fine del mese, paghiamo in voti chi non farà alcuno sforzo a raggiungere 5 anni (il tempo di una legislatura che garantisce una più che decorosa pensione), e questo, al di la della retorica, un non so che di acido lo produce nelle nostre ferme convinzioni democratiche e repubblicane, e il Potere stesso dovrebbe provvedere a smorzare facili scontenti di massa, con un accurato RICAMBIO(?) GENERAZIONALE, vocabolo estraneo al vocabolario parlamentare, facendo si che altre facce si presentino sulla scena politica portando linfa nuova in un ambito dove di nuovo ci sono soltanto le commissioni e le consulenze!
Non ti ci fanno mettere becco, come si dice, il Mandarinismo di stampo cinese è forse il primo prodotto che abbiamo importato, legalmente e con i favori delle istituzioni, dall'oriente e nessuno ha chiesto misure protezionistiche, anzi, non lascia aperto alcun varco, nessuna presa d'aria, sembra tutto pressurizzato!
Costretti a fare una vita da mediano, a questo ci hanno ridotto e pensate che il primo gruppo professionale (vedi all'inizio dell'articolo) sono gli insegnanti ed il secondo, quello di cui si parla nell’articolo è la Democrazia spa, i nostri amministratori, governanti ecc…forse è meglio, per ora, non fare tanti commenti......riflettiamo soltanto sulla disparità di trattamento tra le due categorie.
Formazione e politica non sempre vanno di pari passo, bisogna per forza che una delle due debba cedere qualcosa e noi sappiamo benissimo chi deve cedere!
Buon vento a tutti ACHAB

sabato 9 dicembre 2006


LA FELICITA'

Non bisogna tardare più a fare della propria vita una parabola di condivisione realizzando dei gesti concreti anche se costosi. Condividere e' un gesto che ha una portata che si estende a tutta la famiglia umana, una lotta comune per una ripartizione dei beni indispensabili, una ridistribuzione delle ricchezze, basta soltanto che i paesi industrializzati diano del loro superfluo. Bisogna cambiare ad ogni costo le strutture che sostengono l'ingiustizia internazionale. Il punto di riferimento e' il bisogno reale di tutti gli uomini, fino all'ultimo degli ultimi e niente affatto la soddisfazione dei bisogni dell'uomo occidentalizzato. E' in quest'ottica che viene a prendere forma l'uomo nuovo, l'uomo planetario di cui, in questo periodo di estrema confusione, c'è veramente bisogno. Una nuova identità, un diverso approccio relazionale, basato su parametri opposti a quelli che ormai ci hanno inculcato: non più visibilità ma partecipazione, non più opportunismo, ma predisposizione all'ascolto, è un duro lavoro interiore che dobbiamo NECESSARIAMENTE fare all'interno della nostra sfera personale. Soltanto prendendo coscienza della nostra dimensione allargata, si riuscirà veramente a cominciare il cambiamento, a partire dalla nostra testimonianza, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni:giovani, oggi, quelli che pensano, sono stufi di ideologie, di dottrine, di parole. Guardano piuttosto alla coerenza dei vecchi che hanno incontrato ai margini dei loro tentativi di crescere; ne mutuano l’atteggiamento nei confronti del futuro, cercano di scoprire, se esiste, la felicità (ma sì: usiamo questa parola scomparsa. temuta) di certi ricordi di doveri adempiuti. Chi ha visto in anni recenti masse di giovani circondare, Pietro Ingrao, padre Zanotelli, e molti altri TESTIMONI veri di un mondo reale, per ascoltarne non appelli retorici ma necessità etiche testimoniate in una lunga vita, sa quanti e quante giovani hanno fame e sete di speranze, difficili e testarde. Non fermarsi in superficie,(è questo quello che vuole il potere…), cercare sempre di dare spiegazioni, avere la capacità di dire, anche ad alta voce: “non ho capito!”, prendere di petto le questioni, farle proprie. Forse sembra retorica, forse no, ma secondo me ora c’è bisogno principalmente di buone testimonianze, di personaggi che non hanno bisogno d’autore ma che riescono a vivere in autonomia di pensiero le proprie IDEE. Buona giornata